Contròra

“Letteralmente, la controra è il momento di una tipica giornata estiva nel Sud Italia durante il quale le persone si riparano in casa dalla canicola – mi spiega Antonio – Un lasso di tempo sospeso e fermo che è un sacro divieto da non infrangere, in cui la gente si riposa dal lavoro oppure è attiva tra le mura domestiche, chiacchierando, facendo una qualche attività e bevendo un caffè o un bicchiere di vino; una improduttività impegnata, una sorta di siesta, per così dire.

Nello specifico, è il nome dato al progetto, nato proprio durante una delle mie controre cittadine di pausa dal lavoro. Ed è nata proprio qui a Bologna lo scorso anno, nel 2018”.

Il progetto ha più obiettivi: oltre a quello di raccontare e comunicare il Sud Italia fuori dal Sud Italia attraverso i vini, cerca anche di far innamorare le nuove generazioni delle tradizioni dei nonni. Ma è anche e soprattutto un progetto a futura memoria.

“La generazione dei nostri padri, tanto al Sud quanto al Nord Italia, ha vissuto ‘in analogico’, cresciuta cioè con il contatto tra persone. Le case, come i bar, i caffè e le osterie, da Nord a Sud sono sempre stati i posti dove tutto ciò trovava il suo motivo d’essere. I vini di Contróra, tra le varie cose, vogliono narrare esattamente luoghi e tradizioni di un tempo”. Antonio me lo racconta così, placido ed entusiasta mentre sorseggia un caffè.